domenica 16 marzo 2008

Una domenica come tante


Mi sono alzato alle undici. Ho pulito il bagno, toccava a me sta settimana ed ero in straritardo, mi sono tosato la testa, rasato la barba, fatto la doccia. Ho mangiato con le lacrime agli occhi 4 etti di costata, piangevo non per la difficoltà di mandarla tutta giù ma bensì perchè la avevo pagata più di 6 euro. Hanno ragione le vecchie massaie, oggigiorno non si può più fare la spesa, tornaremo a mangiare legumi e la carne tornerà ad essere un cibo per pochi ricchi. Comunque... verso le quattro esco di casa tutto allegro per andare al centro commerciale a comprare le pile per il lettore mp3 e prendere una boccata d'aria, difficile chiamarla tale a Torino. Arrivato in zona Lingotto entro al Saturn. Quello che mi si presenta davanti è come ogni altra volta... gente di ogni tipo vestita a festa che gira per l'immenso negozio verso unimprevedibile direzione, pari al moto dei piccioni sotto ad una panchina in cerca di briciole... anche il verso è simile. Fatto il mio solito giretto salgo all' 8 gallery e trovo le stesse persone, parecchia fregna devo ammetterlo, che quasi mi travolgono appena arrivato in cima alla scala mobile. In un attimo riconosco i tamarri in gruppo, 2 tipe e 8 maschi, gridare e fare i polli col petto gonfio e con i capelli ingellati con la cazzuola (la mia è sola invidia); vedo le improbabili coppie a braccetto, lui brutto e panzone ma ben vestito e lei alta il doppio di lui con la minigonna giropassera e la labbra paralizzate in un infinito bacio. Rivedo le mamme con un bebè nel passeggino e con altri 6 bambini al seguito che piangono o litigano spingendosi fino al disperato rimprovero della madre esausta. Ma i padri dove sono ? Ah lo so io dove sono... al Saturn a tocchesare i cellulari esposti, facendo così scattare l'ennesimo allarme per la "gioia" del commesso nelle vicinanze che un attimo prima stava parlando di computer con una bella signorina intenzionata all'acquisto ma che guardandola in faccia non dava l'impressione di capire un gran chè, mentre la sua amica si sta riordinando i capelli davanti allo specchio sul muro in attesa del suo ragazzo che è seduto in terra con un suo amico a guardare la partita di calcio davanti un 42 pollici il quale ha lasciato suo fratello nel reparto autoradio ad alzare il volume degli amplificatori in prova assordando la vicina coppia di fidanzatini che discutono sull'ennesimo nuovo cellulare da comprareeeeee........ ... ... . Basta, devo andar via da qui dentro... na ho abbastanza. Ma sulla via del ritorno ho pensato a tutto ciò anch'io in fondo ero parte di loro, ero quel ragazzo che è entrato, ha fatto un giro, ha comprato le pile e se n'è andato, magari qualcuno mi ha visto e ha pensato a quanto fossi stupido a leggere l'etichetta di un amplificatore da 1000 euro che non comprerò mai o semplicemente che ho comprato un pacco di pile e basta, per me erano lo scopo finale, ma per qualcuno che mi ha visto potevano essere soltanto un'inutile robaccia, una di quelle cosa che una volta entrato compri per forza, anche se non ti servono, tanto per cercare la felicità in un oggetto. Non so cosa compri la gente ogni domenica ma soprattutto come si fa ad andare tutti i weekend in un centro commerciale? Provo tristezza a vedere certe cose, coppie appena sposate che passeggiano senza dirsi nulla osservando stupidi gadgets elettronici, o 4oenni con i propri figli a uscire pazzi in mezzo alla gente perchè i figli fanno i capricci. Proprio non capisco, eppure, in fin dei conti, probabilmente è proprio quello che farei anch'io e che farebbe chiunque. Mah, chissà perchè...

1 commento:

Walter ha detto...

Per le persone che ti hanno visto ed hanno pensato che fossi uno sfigato, non lo hanno fatto perchè guardavi un amplificatore da 1000€ ma bensì perchè lo sei!!!!!!!!!!!!!!!!
:D
Poi con sta voglia di prosciutto cotto in testa!!!
Scherzo non ti arrabbiare, vi bacio tutti!
Ciao