lunedì 29 settembre 2008

DALLA CINA COL FURGONE

Cari lettori, amate lettrici, un sentito nihao dal vostro inviato dalla Cina.
L'ultimo post aveva visto i suoi natali dalla bucolica e agreste Shanghai (il tono delle battute e' sin qui moolto ironico, nelle ore piu' calme il traffico di Shanghai farebbe impallidire il cugino italico che popola la tangenziale di Torino nelle ore di punta). Anche ora vi stiamo (no, non sono ancora in preda a crisi di onnipotenza e non penso di essere uno e trino, ma qui al mio fianco c'e' sempre il prode Fuky) scrivendo da quel di Shanghai. Non pensiate che in tutto questo tempo noi si sia rimasti con le mani in mano, in panciolle, dimentichi della improba impresa affidataci dai savi di Casa Grossi. Al contrario, il nostro viaggio ha proceduto a tappe forzate: dopo aver messo a ferro e fuoco Shanghai ci siamo avventati come predatori assetati di sangue su altre ignavi prede, che non hanno saputo resistere alla nostra furia devastatrice. Prima e' toccato a Suzhou cedere sotto gli attacchi dei vostri viaggiatori. Questa era una simpatica cittadina di piccole dimensioni (conta appena poco piu' di sei milioni di abitanti), cosparsa di canali e di giardini questa volta si' bucolici e agresti. Due aspetti di questa meta hanno colpito i prodi: l'umidita' (trascorsi due giorni dal lavaggio dei mutandoni gli stessi si presentavano grondanti esattamente come se fossero appena usciti dalla tinozza) e i prezzi delle osterie (abbiamo trovato pochi lochi ove placare la nostra insaziabile fame, tutti con mille camerieri, sedie in vera-finta pelle rivestite ancora in plastica, tavoli in vero-vinto oro, coperti anch'essi in plastica per fare pendant con le sedie, e conti molto salati). Raso al suolo questo villaggio con i suoi ristoranti usciti dagli incubi di qualche pappone cinese abbiamo concentrato la nostra ira devastatrice su Hangzhou. Il curioso lettore potra' quindi chiedersi "cosa mai avra' spinto i nostri prodi a spingersi sino in questi luogo esotico?". Ebbene, amato, eccoti prontamente servita la risposta: a detta del signor Lonely Planet ivi si troverebbe uno dei laghi piu' belli della Cina (opinione condivisa peraltro anche dal sign. Touring). A parte il lago non c'e' assolutamente nulla, peggio di Pollenzo nella nebbia invernale. Ma i vostri prodi avevano bisogno di un po' di ristoro dopo tante imprese, cosi' decisero di accamparsi in riva al lago per un paio di giorni per prepararsi al ritorno a Pechino. Poveri illusi, non sapevano che il fato stava tramando tremendi tranelli (e scusateci l'allitterazione) alle loro spalle. Giunti sulla sponda del lago trovarono il mal tempo ad attenderli (ma porca, ha fatto bello fino a oggi, proprio adesso si doveva mettere a diluviare??). Ma altri scherzi ben piu' gobbi stava per giocar loro il perfido destino. Recatisi in stazione per cercare biglietti del treno per rientrare a Pechino scoprirono che in questi giorni si sta celebrando una qualche festa nazionale, per cui tutti i cinesi hanno deciso di muoversi. Ovviamente in treno. Non c'e' piu' nemmeno posto sui predellini o nei bagni. Ecco allora che i prodi si trovano intrappolati in quel di Shanghai. Per ora stiamo cercando di trovare un furgoncino hippy su e-bay per riuscire a tornare in Italia, l'alternativa sarebbe mettersi nelle mani della triade. Se sapete di qualche offerta per favore fateci sapere.
Arrivederci alla prossima puntata.

2 commenti:

Fra ha detto...

A parer mio dovreste attraversare nottetempo il confine con la Mongolia e poi affidarvi ad un certo capitano di rugby...

Fra ha detto...

Oppure potreste rivolgervi direttamente ai "nostri" presenti sul posto come suggerito da un tale che allena il Pedona rugby...